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L’Umbria scommette sulla birra: un milione e mezzo per la filiera del luppolo

E’ accaduto con il nocciolo, con il tartufo, con l’oliva: ora l’Umbria vuole che accada con il luppolo, per essere un distretto riconosciuto per la produzione di birra. Che, certo, non è nella nostra tradizione, ma può essere nel nostro futuro. Tenuto conto dell’elevato valore aggiunto e di quanto si muove, nelle dinamiche imprenditoriali e cooperative, ormai da anni. Insomma il luppolo, che può essere coltivato in appezzamenti secondari, i terreni marginali, e che può fare leva sulla sapienza agricola della nostra gente, sull’acqua buona della nostra terra e sul sapere fare le cose perbene degli umbri. La Regione ci punta il suo milione e mezzo di euro, per favorire le conversioni dei terreni, avviare il monitoraggio dei terreni le analisi, favorire le collaborazioni tra imprese agricole e concepire filiere corte, dal luppolo, ai laboratori di trasformazione, alla vendita.

Morroni «Il settore del luppolo è di grande interesse per l’Umbria – dichiara l’assessore all’agricoltura Morroni – una coltura non tradizionale, con un elevato valore aggiunto che rappresenta un’opportunità preziosa per i territori marginali e per le riconversioni delle produzioni. La finalità del bando è quella di aumentare la capacità produttiva e intercettare la domanda di mercato crescente a livello globale, dando un contributo anche alla promozione dei birrifici artigianali che necessitano di un luppolo di qualità». Il bando regionale, che sarà pubblicato a breve, prevede lo stanziamento di 1 milione di euro per interventi da parte di imprese agricole e di 500mila euro per interventi nel settore della trasformazione da parte di imprese agroindustriali.

 

Luppolo Made in Italy «Nella storia di ogni Filiera c’è un punto di svolta. Anche nella giovane storia del luppolo italiano. La scelta della Regione Umbria di inserire il luppolo tra le Filiere strategiche è questa svolta», è quanto dichiara Stefano Fancelli, presidente di Luppolo Made in Italy, associazione e rete di imprese. «Siamo orgogliosi – aggiunge – di aver dato una base solida a questa scelta. Grazie ai risultati del nostro progetto di innovazione e cooperazione incentrato per l’appunto sulla sperimentazione della coltura del luppolo e di organizzazione di un modello di filiera pienamente sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Vogliamo ringraziare il coraggio e la visione dell’assessore regionale all’Agricoltura Roberto Morroni che ha scelto di fare dell’Umbria il cuore di questa nuova Filiera. Ci sono già più di 30 aziende agricole interessate ad entrare a far parte di questa nuova filiera e ogni giorno ci arrivano nuove richieste di informazioni soprattutto da giovani agricoltori e aziende biologiche».

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L’Umbria scommette sulla birra: un milione e mezzo per la filiera del luppolo

E’ accaduto con il nocciolo, con il tartufo, con l’oliva: ora l’Umbria vuole che accada con il luppolo, per essere un distretto riconosciuto per la produzione di birra. Che, certo, non è nella nostra tradizione, ma può essere nel nostro futuro. Tenuto conto dell’elevato valore aggiunto e di quanto si muove, nelle dinamiche imprenditoriali e cooperative, ormai da anni. Insomma il luppolo, che può essere coltivato in appezzamenti secondari, i terreni marginali, e che può fare leva sulla sapienza agricola della nostra gente, sull’acqua buona della nostra terra e sul sapere fare le cose perbene degli umbri. La Regione ci punta il suo milione e mezzo di euro, per favorire le conversioni dei terreni, avviare il monitoraggio dei terreni le analisi, favorire le collaborazioni tra imprese agricole e concepire filiere corte, dal luppolo, ai laboratori di trasformazione, alla vendita.

Morroni «Il settore del luppolo è di grande interesse per l’Umbria – dichiara l’assessore all’agricoltura Morroni – una coltura non tradizionale, con un elevato valore aggiunto che rappresenta un’opportunità preziosa per i territori marginali e per le riconversioni delle produzioni. La finalità del bando è quella di aumentare la capacità produttiva e intercettare la domanda di mercato crescente a livello globale, dando un contributo anche alla promozione dei birrifici artigianali che necessitano di un luppolo di qualità». Il bando regionale, che sarà pubblicato a breve, prevede lo stanziamento di 1 milione di euro per interventi da parte di imprese agricole e di 500mila euro per interventi nel settore della trasformazione da parte di imprese agroindustriali.

 

Luppolo Made in Italy «Nella storia di ogni Filiera c’è un punto di svolta. Anche nella giovane storia del luppolo italiano. La scelta della Regione Umbria di inserire il luppolo tra le Filiere strategiche è questa svolta», è quanto dichiara Stefano Fancelli, presidente di Luppolo Made in Italy, associazione e rete di imprese. «Siamo orgogliosi – aggiunge – di aver dato una base solida a questa scelta. Grazie ai risultati del nostro progetto di innovazione e cooperazione incentrato per l’appunto sulla sperimentazione della coltura del luppolo e di organizzazione di un modello di filiera pienamente sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Vogliamo ringraziare il coraggio e la visione dell’assessore regionale all’Agricoltura Roberto Morroni che ha scelto di fare dell’Umbria il cuore di questa nuova Filiera. Ci sono già più di 30 aziende agricole interessate ad entrare a far parte di questa nuova filiera e ogni giorno ci arrivano nuove richieste di informazioni soprattutto da giovani agricoltori e aziende biologiche».

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