Luppolo: dall’impianto alla raccolta
La coltura del luppolo è una pratica tradizionale degli agricoltori del centro e nord Europa, areale climatico in cui le piante trovano il giusto habitat per lo sviluppo vegetativo e fiorale. I luppoleti caratterizzano in modo peculiare molti paesaggi grazie alla particolare forma di allevamento sviluppata in altezza, di cui necessitano le piante femminili della specie Humulus lupulus per giungere a maturazione in modo corretto. La pianta di luppolo è perenne e gli impainti produttivi hanno una durata economica di circa 25 anni (similmente ai vigneti italiani).
Gemma fiorale, infiorescenza maschile ed infiorescenza femminile (coni) di luppolo.
La pianta presenta una radice in forma di rizoma ramificato, da cui si dipartono fusti rampicanti che raggiungono addirittura gli 8 metri di altezza. Il fusto è cavo, ruvido e peloso, mentre le radici penetrano nel suolo da 3 a 7 m di profondità, con 4 – 7 radici principali, dalle quali si diramano una miriade di altre più piccole. I luppoleti sono costituiti tipicamente in forma di filari, distanziati tra loro di circa 3 metri, mentre le singole piante sulla fila sono disposte ad intervalli di 50 -80 cm.
Sesti di impianti di un tipico luppoleto.
Pur essendo abbastanza rustica, questa specie richiede una buona concimazione: ottimale è l’apporto di letame o compost in fase di impianto ed ogni 5 anni in fase di coltivazione (in dosi di 30 tonnellate ad ettaro), mentre annualmente è richiesta la distribuzione di Azoto (140 – 200 kg ad ettaro, in primavera), Fosforo (60 – 80 kg per ettaro, suddiviso tra autunno e primavera), Potassio (130 – 150 kg/ha, in autunno e primavera), Magnesio (50 kg/ha in primavera). Durante la fase di vegetazione possono essere richieste fertilizzazioni fogliari, secondo il fabbisogno specifico della varietà e del microambiente pedoclimatico.
Aratura per preparazione del terreno all’impianto del luppolo.
Al momento dell’impianto si procede all’aratura, alla distribuzione dei fertilizzanti e alla preparazione di un letto soffice mediante operazioni di rifinitura (erpicatura, fresatura), quindi si procede alla messa a dimora delle piantine. Nella primavera successiva si procede alla stesura dei fili metallici del sistema di sostegno della vegetazione, quindi si interviene periodicamente sulle piante in crescita in modo da accompagnare i germogli su ciascun filo di metallo (in genere due fusti ad ogni filo, ed altri due germogli di “riserva” sono lasciati liberi a terra).
Fasi di crescita delle giovani piante di luppolo ed aggancio ai fili metallici.
Durante la primavera e l’estate si procede ad operazioni di arieggiamento del terreno, controllo delle infestanti ed è buona norma effettuare la rincalzatura, creando dei cumuli di terreno sopra la pianta con funzione di supporto alle radici estive.
Erpicatura per arieggiamento del terreno.
In genere si effettua l’irrigazione a goccia, in quanto il luppolo è una pianta molto esigenze in termini di disponibilità di acqua. Per la difesa dai parassiti si procede all’esecuzione di trattamenti fitosanitari in conformità a quanto previsto dalla legislazione.
La raccolta avviene a fine estate ed autunno, a seconda della varietà e la produzione può raggiungere 15 – 20 quintali ad ettaro di infiorescenze secche.
Raccolta dei coni a maturità.